lunedì 23 giugno 2008

Spergiuro


Meritorio Presidente della Repubblica Italiana,

non le scrivo per farle presente che nessun consenso elettorale autorizza chiccessia a commettere qualsivoglia eventuale illegalita` senza essere per cio` perseguibile e condannabile, perche` questo lo sa meglio di me; le scrivo invece per invitarla a condividere questo sapere con quei cittadini che sembrano non esserne consci.

E poiche` l'articolo 92 della Costituzione le conferisce l'onere della nomina del Presidente del Consiglio dei ministri che, in base all'articolo 1 comma 3 della legge numero 400/88, presta giuramento con la formula rituale "Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della nazione", non posso che rivolgere a lei una richiesta di valutazione se nell'operato di qualche suo nominato si riscontri lo spergiuro.

Conosco cittadini, fra cui il sottoscritto, convinti di si`; e cioe` che l'esercizio delle funzioni di alcune importanti personalita` di governo non sia stato nell'interesse esclusivo della nazione in passato cosi` come non lo e`, in relazione alle medesime personalita`, oggi.
Indipendentemente dall'ipotesi che possa esistere un qualche consenso elettorale che autorizzi allo spergiuro istituzionale, solo una sua pubblica ed argomentata dichiarazione contraria alla nostra convinzione avrebbe l'autorevolezza necessaria a farci cambiare idea.

E` il testo di una missiva alla Presidenza della Repubblica che ho inviato questo pomeriggio tramite l'apposito servizio del sito "www.quirinale.it". Perche` un conto e` non mantenere le promesse fatte ai propri elettori un altro, di ben piu` ampia portata, e` lo spergiuro istituzionale.

Per esempio, l'attuale Presidente del Consiglio dei ministri sta palesemente esercitando le sue funzioni non nell'esclusivo interesse della nazione bensi` anche in quello personale, come del resto ha gia` fatto presiedendo precedenti governi.

Breve promemoria tratto da Wikipedia...
  • modifiche strutturali e di pena alla disciplina del falso in bilancio (legge n. 61/2002)
  • la legge sulle rogatorie (legge n. 367/2001)
  • l'introduzione del divieto di sottoposizione a processo delle cinque più alte cariche dello Stato tra le quali il presidente del Consiglio in carica ("Lodo Schifani", 140/2003), mai entrata in vigore in quanto dichiarata incostituzionale
  • la "legge Cirami" sul legittimo sospetto (Legge n. 248/2002)
  • la riduzione della prescrizione (che cancellava gran parte dei fatti oggetto di contestazione nel processo sui diritti TV verso Berlusconi) ("Legge ex-Cirielli", 251/2005)
  • l'estensione del condono edilizio alle zone protette (legge delega 308/2004) (comprensiva la villa "La Certosa" di proprietà di Berlusconi)
  • l'introduzione dell'inappellabilità da parte del pubblico ministero per le sole sentenze di proscioglimento (DL n. 3600)
  • la legge Gasparri sul riordino del sistema radiotelevisivo e delle comunicazioni (Legge 112/2004)
Per non parlare poi dell'andamento economico e finanziario delle sue aziende in paragone a quelli delle altre durante i suoi governi...

Invito i lettori che a loro volta si sentissero presi in giro dai suoi giuramenti di fronte al Presidente della Repubblica a chiedere anche loro a quest'ultimo la sua opinione al riguardo.

domenica 8 giugno 2008

Aldo, Giovanni e Giacomo (@work)

Aldo, Giovanni e Giacomo sono operai specializzati di una piccola azienda.
Lavorano circa 1800 ore l'anno e nelle annate in cui gli affari vanno bene non si fanno grossi problemi, vanno dal padrone e pretendono in premio parte degli utili non reinvestiti in azienda; si` insomma, quelli che si sarebbe volentieri intascato lui per intero.

Veramente la prima volta c'e` voluta la minaccia di un prolungato sciopero per convincerlo ma nelle occasioni successive e` stato tutto piu` facile...
Il titolare dell'azienda, infatti, e` uno di quelli che ha ben chiaro il rapporto domanda/offerta. Se tutti gli operai adatti e disponibili "sul mercato" lavorano gia` per lui non ha alcuna possibilita` d'imporre le proprie condizioni perche` mandando a quel paese anche uno solo di essi pregiudicherebbe la produzione. Il suo ragionamento e` che finche` intravede, nel lungo periodo, la possibilita` di sostenere una buona media di utili puo` permettersi di cedere alle richieste dei dipendenti.
Diverso sarebbe se la prospettiva fosse di rimetterci, solo in quel caso preferirebbe chiudere.

Certo ci sono anche momenti difficili per tutti i protagonisti della nostra storia, come quando e` il mercato a determinare un calo di produzione.
Aldo, Giovanni e Giacomo, preoccupandosi di accedere a tutte le informazioni necessarie, lo sanno bene e in una infelice annata hanno ridotto le proprie ore di lavoro a 1200, con conseguente diminuzione di reddito del 33%... una bella botta!

Ma proprio in quell'occasione al padrone viene un'idea che mette in atto alla successiva situazione di crisi...
Trovandosi nuovamente nella necessita` di ridurre il monte ore annuo da 5400 a 3600 licenzia Giacomo (che tra l'altro dei tre era quello che gli stava piu` antipatico) e convince Aldo e Giovanni di come sia per loro vantaggiosa l'operazione, in quanto restano a pieno reddito pur nella condizione di scarsa produzione. Loro sentono puzza di bruciato ma non battono ciglio.

Man mano che l'opportunita` di produzione torna a crescere Aldo e Giovanni si trovano a fare parecchie ore di straordinario e per il titolare tornano anche gli utili; ma quando i due si cimentano in una nuova rivendicazione hanno un'amara sorpresa. Infatti Giacomo, poveraccio, pur di guadagnare qualcosa (e non senza un certo spirito di vendetta) e` disposto a lavorare a paga oraria dimezzata... Ed ora Aldo e Giovanni, temendo che il padrone sostituisca uno di loro con Giacomo, se ne stanno a testa bassa ed accettano tutte le condizioni.
Adesso sanno che avrebbero fatto meglio ad opporsi al licenziamento di Giacomo quando ancora potevano vincere la vertenza.

Morale della favola...
E` vero che lavorando di meno si guadagna di meno ma se lo si fa a favore dell'occupazione si mantiene un potere contrattuale che permette di soddisfare sostenibili rivendicazioni e quindi, nel lungo periodo, conviene anche economicamente.

Ecco perche`, al contrario, Confindustria ed un Governo che non disdegna lo sfruttamento dei lavoratori incentivano gli straordinari... Quale imprenditore non gradirebbe, con leggi che glielo agevolano, intascarsi anche l'equivalente delle rivendicazioni sostenibili?